COMUNICATO STAMPA
“Temperature sotto zero, 25 morti in strada, la pandemia:
i piani freddo e i dormitori non sono la soluzione, è tempo di agire, ora”
Questo l’appello che Cristina Avonto, presidente della fio.PSD rivolge al nuovo governo e al Ministro del Lavoro Orlando che saranno chiamati nei prossimi mesi a decidere quale impronta dare al piano di rilancio e di sviluppo per l’Italia post pandemia: “non dimentichiamoci degli ultimi!”
L’indagine condotta in 11 città dall’Osservatorio fio.PSD sull’emergenza freddo ai tempi della pandemia, il Monitoraggio dei progetti Housing First degli ultimi 2 anni, l’evidenza delle persone che in casa vedono cambiata la loro vita, confermano che è giunto il momento di un cambio deciso di rotta.
La pandemia ha fatto da lente di ingrandimento mostrando tutti i limiti del sistema tradizionale di accoglienza, è stata un acceleratore per la costruzione di risposte e soluzioni organizzative, ma rimane il fatto che vi sono case vuote e tante persone in strada. Dare una casa a queste persone significa salvare le loro esistenza, significa dare loro forza e coraggio per riprendere in mano la propria vita, riallacciare relazioni ed affetti, reinserirli nel tessuto sociale.
L’Housing First costa in media 26 euro al giorno contro i 30 euro dei dormitori
I beneficiari vedono garantiti i loro diritti fondamentali: Casa, Residenza, Lavoro e Reddito
Il 90% dei beneficiari rimane in casa, non abbandona il progetto, perché casa è dignità.
Le loro storie sono la testimonianza migliore, questi due esempi:
Anita
Provata da una vita difficile Anita si è trovata, a seguito della fine di una relazione, a doversi rivolgere ai servizi e chiedere ospitalità in dormitorio. La convivenza con altre 6 donne è stata difficile, continui i conflitti tra le inquiline e Anita spesso si ritrovava coinvolta in prima persona.
L’opportunità dell’abitazione e la stipula del contratto hanno avuto però un effetto sorprendente: un crollo degli elementi di tensione e conflitto e una gioia incontenibile per la novità di un luogo da sentire come “casa propria”.
Adesso ha un lavoro, la residenza e può incontrare a casa i suoi figli!
Gian Maria
Per cinque lunghi anni alcuni tratti caratteriali e un pesante vissuto personale non gli hanno permesso di rivolgersi ai dormitori pubblici.
Perso il lavoro e persa la casa, alle prese con una forte depressione sopravvive fra i vagoni del binario abbandonato e le mense cittadine finché un compagno di strada non gli muore a fianco.
Ci è voluto più di un anno per riuscire a firmare il patto educativo che gli permetteva l’ingresso ufficiale nel progetto Housing First.
Ora Gian Maria può affrontare l’ansia e le sue paure nella sicurezza di una casa e, soprattutto, sostenuto dal lavoro degli operatori.
Troppe persone che da anni sono bloccate nel circuito dei servizi, rendono evidente che il sistema è inefficace per fronteggiare le crisi ”, dice Giuseppe Dardes, coordinatore della Community italiana dell’Housing First, “non possiamo sprecare questa opportunità! Persona al centro e responsabilità diffusa nella comunità: questi sono i due fattori chiave dell’efficacia di Housing First sia nell’esperienza italiana sia in quella della rete internazionale a cui fio.PSD aderisce. Crediamo che si possa e debba ripartire da qui per una nuova stagione della programmazione degli interventi per il contrasto alla Grave Emarginazione Adulta”.
Roma, 13 Febbraio 2021