di Anita Adamo (fio.PSD) e Jacopo Fiorentino (Avvocato di strada)
Secondo il senso comune le persone senza dimora vengono spesso identificate come soggetti pericolosi dai quali è meglio stare alla larga.
La povertà multidimensionale, la necessità quotidiana di trovare espedienti per sopravvivere, lo stress della vita in strada, la presenza di dipendenze, rimandano ad una serie di variabili che costituiscono, nell’immaginario collettivo, fattori di rischio per l’attuazione di comportamenti e attività contrari alla legge.
Ma la realtà vista dagli occhi di operatori e legali che ogni giorno lavorano nell’ambito della grave marginalità, cercando di proteggere e accompagnare le persone che incontrano promuovendone i loro diritti, invece, ci racconta un’altra storia… quella delle persone senza dimora che molto spesso non sono autori ma vittime di reato.
A parte i gravissimi fatti di cronaca che hanno colpito persone senza dimora (a titolo di esempio citiamo: la persona senza dimora pestata a sangue a Nola nel 2015 e al quale è stato ucciso il cane e i due ragazzi bruciati vivi mentre dormivano in un casolare di Palermo contro cui è stata scagliata una bomba molotov nel 2016) l’associazione Avvocato di strada, socia di fio.PSD, attraverso i dati del proprio report annuale, ci segnala che “nel solo 2015 gli avvocati dell’Associazione hanno tutelato 83 persone senza dimora che avevano subito aggressioni, minacce, molestie o furti”.
Nel 2016, invece, l’Associazione ha affrontato un caso molto importante a Milano. Una persona senza dimora a Milano era stata ridotta in fin di vita da due ragazzi che volevano rubargli 50 euro. “Dopo alcuni mesi di coma questa persona si è ripresa, ha trovato la forza di denunciare i suoi aggressori e si è rivolta ad Avvocato di strada. Siamo riusciti a far condannare gli aggressori e a far ottenere in primo grado al nostro assistito un risarcimento di 25mila. In appello siamo riusciti a far quasi triplicare questo risarcimento, passato da 25mila a 70 mila euro. Si trattava di una cifra che avrebbe potuto cambiare profondamente la vita di una persona fin lì sfortunata e per tutti noi è stato un momento di grande gioia. Purtroppo, come spesso capita nel nostro ambito, la storia non è finita bene, e dopo pochi mesi il nostro assistito è morto di notte in strada, probabilmente a causa del pestaggio che aveva subito e che gli aveva lasciato pesanti strascichi”.
Le persone che vivono in strada non hanno barriere protettive attorno a sé. Sono sempre esposte al freddo dell’inverno e al caldo dell’estate, possono essere derubate facilmente e non sono in grado di difendersi da violenze e soprusi.
Oltre a non essere tutelate e ad essere a torto considerate pericolose, le persone senza dimora sono spesso vittime di soprusi e di una sorta di accanimento giudiziario.
Sempre nel 2015, infatti, “gli avvocati hanno difeso 17 persone alle quali era stato notificato il foglio di via in maniera del tutto discrezionale. Il foglio di via è una misura antiquata, inserita nel nostro ordinamento in epoca del tutto diversa e che obbliga le persone ritenute pericolose a lasciare per almeno tre anni la città in cui vivono e dove hanno le proprie, seppur fragili, relazioni e conoscenze. Se non si va via, scatta una denuncia penale e ricorrere contro la misura, anche potendo usufruire di un avvocato che fa volontariato, costa diverse centinaia di euro. Per questo nella maggior parte dei casi le persone rinunciano a fare ricorso. Restano in città e accumulano denunce penali che peggiorano la loro situazione. Oppure se ne vanno in altre città dove devono ricominciare da capo e dove sono ancora più soli”.
E’ bene ricordare, inoltre, che in tutte le principali città italiane, esistono regolamenti e ordinanze che criminalizzano alcuni comportamenti che vengono tollerati se attuati da persone comuni, ma non se vedono protagonisti persone senza dimora. Si può essere multati se si mangia in strada, se si dorme in macchina o un altro luogo pubblico come una panchina in un parco, si viene multati se si transita in stazione senza biglietto. Ogni anno Avvocato di strada tutela decine di persone senza dimora multate per vagabondaggio o per uno di questi motivi.
Siamo convinti che occuparsi di persone senza dimora e lottare contro la homelessness non può prescindere dall’approfondimento e dalla diffusione di queste tematiche, per far prendere coscienza della reale situazione di criminalizzazione e offesa, spesso anche grave, nei confronti di persone la cui unica colpa è quella di vivere ai margini e in condizioni di vulnerabilità.
Criminalizzazione che, creando stigmi, pregiudizi e stereotipi, in una sorta di circolo vizioso, alimenta sentimenti di odio che rendono socialmente accettabile perpetrare reati ai danni dei più deboli.