fio.PSD fine anni ’90
di Alberto Remondini
Presidente fio.PSD 1996-2000
Non è stato facile ritornare con la mente ai tempi della nascita della fio.PSD e dei suoi primi passi, fissando percorsi, eventi e date, dopo tanti anni. È stato più facile ritornarvi col cuore, assaporando le emozioni che sapevano spesso della puzza dei dormitori, della sala d’aspetto delle stazioni o delle mense popolari. Quando ho iniziato a san Marcellino a Genova, nell’86, la fio.PSD, sotto il nome di Coordinamento del nord Italia, cominciava a muovere i suoi primi passi. Eppure eravamo in tanti a lasciare le nostre piccole strutture per ritrovarci a riflettere, denunciare e difendere quel mondo che ci appassionava e di cui pochi parlavano, che rappresentava però la drammatica cartina di tornasole del disagio sociale di quegli anni: ma gli scarti della produzione contavano poco e i nostri incontri avevano qualcosa dei movimenti carbonari dove le invettive contro la società che polverizzava le vite degli ultimi della fila si confondevano con la passione ed il desiderio del loro riscatto e della loro riabilitazione.
Ricordo veementi preti di strada, agguerrite assistenti sociali, ed anche qualche direttore di servizi sociali che si tirava dietro amministrazioni poco convinte di città che li lasciavano fare, come si trattasse di qualche innocente passione giovanile.
Ma alla fine degli anni Novanta la fio.PSD, quando io avevo svolto il servizio di Presidente, stava assumendo un profilo diverso, senza perdere la passione degli inizi cercava un suo spazio nello scenario nazionale, puntando su Roma per portare le vicende delle Persone senza dimora sui tavoli della elaborazione delle politiche nazionali, delle ricerche sociali serie, degli interventi che uscivano dalla sperimentazione e che richiedevano di entrare a far parte stabile delle risposte di giustizia da parte dello Stato, delle Regioni e dei Comuni italiani.
Credo che sia utile riportare qui un punto sulla situazione che avevo scritto per la rivista TRA alla fine del 99, che mi pare trasmetta ancora oggi con una certa vivacità, attualità ed un pizzico di profezia, il clima che si respirava dentro al nostra Federazione.
EDITORIALE PER TRA N. 4
Ad un anno dalla uscita del primo numero della serie rinnovata di Tra mi sembra importante, oltre che possibile, provare a seguire un po’ più da vicino quei fili che dalla strada si intrecciano all’interno delle Organizzazioni impegnate a favore delle Persone senza dimora.
Questi fili sono come indicatori di percorso, talvolta tenui, quasi impercettibili, altre volte marcati ed evidenti, ma sempre carichi di sofferenza e complessità. Spesso, troppo spesso, questi fili si interrompono perché la mortalità delle persone sulla strada è elevata; talvolta si tingono di colori caldi che richiamano la dignità, il ritrovamento di capacità, di giustizia realizzata.
La novità di quest’ultimo anno è che questi fili, discostandosi un poco dalla strada, hanno raggiunto luoghi mai prima battuti, sono entrati nei palazzi romani cominciando a contagiare in qualche modo gli orientamenti delle politiche sociali sul piano nazionale.
E’ un passaggio impegnativo e carico di nuove responsabilità. Dal mese di maggio il sottoscritto è stato chiamato, in quanto membro della fio.PSD, a far parte della Commissione di indagine sulla esclusione sociale che si è sviluppata a partire dalla esperienza della precedente Commissione di indagine sulla Povertà. Un cambiamento di nome e di orientamento, promosso dall’attuale Ministra per la Solidarietà, Onorevole Livia Turco, in quanto la povertà non rappresenta solo un dato sociale da rilevare ma una grave anomalia del vivere civile su cui è indispensabile indagare per poterne evidenziare le cause, promuovendo interventi mirati al cambiamento della realtà.
Questa prospettiva, a noi della fio.PSD, interessa molto perché da anni sosteniamo che siamo obbligati a lavorare sulle conseguenze di una società che crea esclusione, immaginando occasioni miranti all’affermazione dei diritti negati ai più deboli, accogliendo e facendosi carico di qualsiasi persona proveniente dalla strada, e collaborando alla realizzazione di percorsi di dignitosa autonomia.
I passi fatti in quest’ultimo anno sono particolarmente fecondi: dalla nostra giornata di studi realizzata in marzo a Roma, alla quale ha partecipato la Ministra Turco, il problema delle Persone senza dimora ha preso spazio sul tavolo della neonata Commissione di indagine sull’esclusione sociale. I commissari sono stati informati a più riprese sulle problematiche e sulle modalità di intervento già realizzate, e hanno promosso scelte ed azioni concrete: sono state promosse tre interessanti ricerche sul fenomeno, una attribuita alla Fondazione Zancan relativamente alla quantificazione delle persone sulla strada, una seconda alla Fondazione Bignaschi, cui la nostra Federazione collabora, che ha il mandato di rilevare, in venti città campione, interventi che coniughino accompagnamento sociale e servizi in rete, ed un’altra, affidata direttamente alla nostra Federazione, che svolgerà un monitoraggio capillare, attraverso il quale si provvederà ad integrare ed aggiornare il censimento delle organizzazioni da noi sviluppato nel 94. Quest’ultima ricerca rappresenta per noi una grande opportunità. Potremo ottenere, attraverso un questionario semplice e conciso, una notevole mole di informazioni sulle organizzazioni pubbliche e private operanti in tutti i capoluoghi di provincia italiani. Tali dati ci aiuteranno a creare un database che ci permetterà di contattare un numero sempre maggiore di organizzazioni, allargando così la base delle esperienze e delle possibilità della comunicazione delle buone pratiche di intervento e, non ultimo, offrire la possibilità di aderire alla nostra Federazione.
Un altro segnale importante dell’interesse dei commissari alle problematiche concernenti la strada, si è manifestato nel mese di settembre, con la convocazione della riunione della Commissione a Genova, presso la nostra sede operativa, anziché a Roma come d’abitudine: durante questo incontro sono stati ascoltati i soci della nostra Federazione, di Genova, Bergamo, Catania e Torino, che hanno presentato problematiche e modalità di intervento; l’incontro è proseguito con la visita della Commissione ad una comunità genovese per Persone senza dimora, pranzo e caffè in un centro diurno. Questa giornata ha costituito un importante precedente, coniugando il linguaggio della analisi e riflessione, a quello delle azioni e dell’esperienza, in un contesto che talvolta rischia di essere squilibrato nella direzione della ricerca statistica o dell’analisi sociologica. Le voci della strada, fatte di esperienze dirette, di percorsi di vita, di letture sul campo, devono potersi affiancare stabilmente ai dati delle ricerche nazionali, alle indagini sulla povertà, alle ipotesi sulle cause della esclusione sociale.
Infine, poco prima di Natale, siamo stati chiamati dalla Ministra Turco ad una tavola ristretta di discussione e consulenza nella quale dire al nostra su di un testo presentato come collegato alla legge finanziaria, nel quale, per la prima volta in un documento ufficiale del Governo sono citate le Persone senza dimora, con possibili finanziamenti governativi esplicitamente finalizzati. Come noto questo decreto è confluito, anche con le linee correttive da noi suggerite, nella recente ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, come disposizione urgente per fronteggiare l’emergenza riguardante le persone senza dimora, con una previsione di 30 miliardi per il presente anno.
Questo mi pare il ruolo della nostra Federazione ed il ruolo di questa rivista che nell’ultimo anno ha posto molto impegno nel rinnovarsi, nel rendersi più accessibile e consistente, ricca di quei dati che provengono dalla esperienza delle organizzazioni che vi contribuiscono.
Alberto Remondini