Povertà abitativa – Housing exclusion
Povertà abitativa in Italia e in Europa
Ufficio Formazione, Ricerca e Innovazione – fio.PSD
Il 5 settembre 2023 FEANTSA e Fondation Abbé Pierre hanno presentato l’ottavo Rapporto sull’esclusione abitativa in Europa (Eight Overview on Housing Exclusion in Europe), a cui fio.PSD ha contribuito
Il Rapporto 2023 si concentra in particolare sul tentativo di fornire una stima delle persone senza dimora in Europa, nonché sulla presentazione e comparazione dei principali indicatori sul disagio abitativo sulla base dei dati statistici di fonte Eurostat (indagine EU-SILC)
Con il lancio della Piattaforma Europa per il Contrasto all’Homelessness nel 2021, le istituzioni e i Paesi Europei si sono impegnati a porre in atto misure concrete verso l’obiettivo comune di porre fine all’homelessness entro il 2023
Come si legge nel Rapporto, nonostante si siano mossi i primi passi per promuovere una raccolta sistematica e coordinata dei dati sulle persone senza dimora e per favorire lo scambio di apprendimenti e buone prassi fra i Paesi Europei, la strada per garantire che tutti possano vivere in condizioni abitative adeguate e degne è ancora lunga e richiede un deciso e pronto intervento da parte degli Stati.
Homelessness in Europa
Esistono conclamate difficoltà metodologiche a stimare la cifra esatta di persone senza dimora e in situazione di grave esclusione abitativa a livello europeo. Da una parte non sempre i dati relativi al fenomeno sono disponibili, e laddove disponibili la loro rilevazione avviene con metodologie di rilevazioni differenti, fornendo dunque stime non comparabili a livello transnazionale
Nonostante queste difficoltà nel 2023 Feantsa e Fondazione Abbé Pierre, nell’ottava edizione del Report sull’esclusione abitativa in Europa, hanno tentato di fornire una stima dell’estensione del fenomeno in Europa, giungendo a indicare che ad oggi sono circa 895 mila le persone senza dimora e in condizione di grave esclusione abitativa
Benché il dato sia da leggere con le dovute precauzioni, esso rappresenta una prima stima che identifica un trend di crescita rispetto alle 700 mila persone identificate in anni recenti, ma soprattutto, sottolineano gli autori, il dato può essere interpretato come un invito a paesi europei a convogliare gli sforzi per la rilevazione di dati attendibili
Per giungere a tale stima il Rapporto ha preso in considerazione le rilevazioni sulla popolazione homeless condotte a livello europeo, basandosi sui seguenti criteri:
-
- Affidabilità dei metodi di rilevazione adottati per condurre le rilevazioni, e dunque considerando solo quelle rilevazioni condotte da istituti statistici o di ricerca e approvate dalle autorità nazionali
- Possibilità di determinare con esattezza la condizione abitativa delle persone, ovvero rilevazioni che assumono come guida la classificazione ETHOS Light
- Rilevazioni relativamente recenti ovvero condotte dal 2018 in poi
Sono 13 i paesi europei le cui rilevazioni statistiche rispettano questi criteri (vedi figura). Tra questi non è compresa l’Italia, in quanto la rilevazione Istat del 2014 è considerata troppo datata, mentre la rilevazione sulla popolazione “senza fissa dimora” condotta da Istat nel 2022 nell’ambito del censimento permanente della popolazione, non rispetta il criterio di corrispondenza tra popolazione censita e categorie ETHOS
Complessivamente, nei 13 paesi considerati si stima la presenza di circa 530 mila persone senza dimora. Questa cifra è stata messa in proporzione con la popolazione residente nei 13 paesi, giungendo ad indicare che la popolazione homeless rilevata rappresenta lo 0,17% della popolazione totale dei 13 i paesi europei considerati dall’analisi. Applicando questa percentuale alla popolazione totale europea, si giunge alla stima di 896.430 persone senza dimora in Europa
Esclusione abitativa in Italia e in Europa
I dati Eurostat mettono in luce che tanto in Europa quanto in Italia l’accesso e il mantenimento della casa appare un tema critico per una larga fetta di popolazione. L’indagine Eurostat sul Reddito e sulle Condizioni di Vita (EU-SILC), rilevando informazioni sulle caratteristiche delle abitazioni di residenza delle famiglie e sulla capacità di far fronte alle spese di mantenimento della casa, mette in luce che le diverse forme di disagio abitativo si stanno progressivamente ampliando
Secondo questi dati nel 2021 il 16,8% dei cittadini europei, ovvero 73,6 milioni di persone, viveva al di sotto della soglia di povertà. Nello stesso anno, più di un cittadino europeo su cinque (21,7%) era a rischio di povertà o esclusione sociale. I minori sono stati particolarmente colpiti da questa tendenza, dal momento che quasi un quarto degli cittadini sotto i 18 anni (24,4%) era a rischio di povertà. Il quadro italiano appare in linea con queste allarmanti tendenze. L’Italia infatti si colloca sui gradini più bassi della classifica dei paesi in cui il rischio di povertà ed esclusione abitativa è più elevato (25,2% della popolazione)
Sempre nel 2021 più di un cittadino europeo su dieci (11,9 %) risulta non in grado di coprire alcune spese ritenute necessarie per mantenere uno standard di vita dignitoso e dunque ritenuto in stato di deprivazione materiale e sociale. In Italia questo dato si attesta al 11,3%
Molto significativo appare il dato inerente al numero di cittadini europei che vivono in situazione di grave deprivazione abitativa. Nel 2020 sono infatti oltre 19 milioni (4,3% della popolazione totale europea) le persone che si trovano a vivere in situazioni di sovraffollamento e parallelamente a vivere in abitazioni con danni strutturali e/o senza bagno o doccia interna e/o in uno spazio considerato troppo buio. In Italia questo indicatore raggiunge tassi ancora più allarmanti con il 6,1% di persone che vive in tale condizione (grafico seguente)
A livello nazionale sono in particolar modo le fasce più fragili della popolazione, già a rischio povertà, a dover fronteggiare difficoltà sempre maggiori nel reperimento e nel mantenimento di soluzioni abitative adeguate, con il rischio concreto di poter scivolare nella condizione di senza dimora
A fianco alle situazioni già compresse o di grave disagio i dati rilevano l’affacciarsi di nuovi bisogni sociali. Nuclei monogenitoriali, famiglie stranieri, coppie giovani appaiono particolarmente esposti al rischio di non riuscire ad affittare o acquistare un casa sul mercato privato, principalmente a causa delle alte garanzie richieste e difficilmente sostenibili e della scarsità dell’offerta della edilizia residenziale e di abitazioni a canone calmierato
Rispetto alla capacità di far fronte alle spese domestiche emerge che il 9% delle famiglie europee è in arretrato con il pagamento dell’affitto, una quota che si allarga tra la famiglie più povere (16%) le quali riportano anche particolari difficoltà nel pagamento delle utenze
Il tema degli sfratti appare inoltre particolarmente pressante avendo pesanti conseguenze sociali e sul benessere delle persone. In Italia, nel periodo precedente alla pandemia ogni anno venivano emesse tra le 40.000 e 50.000 sentenze di sfratto. Le misure emergenziali di moratoria adottate nel 2020 hanno portato un improvviso sollievo alle famiglie esposte al rischio di essere sfrattate, ma con il termine di tali misure i provvedimenti hanno ripreso ad aumentare in maniera sostanziale
Infine, è opportuno segnalare che la crisi energetica in corso rischia di aggravare la situazione economica e abitativa del Paese. Come rilevato in una recente indagine condotta da fio.PSD presso i propri soci, l’aumento dei costi energetici sta producendo i primi severi impatti sulle persone in condizioni di povertà e precarietà. Molte delle organizzazioni intervistate dichiarano infatti di aver riscontrato un aumento del numero di persone che si rivolgono ai propri servizi (in particolare servizi per l’igiene personale, lavanderia e contributi economici per bollette o pagamento degli affitti e spese mediche), e ritiene che tale aumento sia in qualche misura collegato all’incremento dei costi dell’energia. Ciò potrebbe voler dire che le difficoltà economiche o la difficoltà a sostenere il costo delle utenze domestiche stiano trascinando sempre più individui o nuclei familiari in povertà, fino al rischio di perdere la casa e scivolare nell’homelessness
Popolazione che vive in abitazioni inadeguate
In Europa, l’inadeguatezza delle abitazioni presenta disparità significative tra i Paesi, sia in termini di disponibilità che di qualità degli alloggi. Il problema è più critico in alcuni Paesi, dove una considerevole percentuale della popolazione vive in condizioni al di sotto degli standard minimi di abitabilità
Secondo il Comitato dei diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, una casa adeguata dovrebbe garantire sicurezza fisica, spazio sufficiente e protezione dalle minacce alla salute, inclusi servizi essenziali come acqua potabile, servizi igienici, energia, illuminazione e smaltimento dei rifiuti
I dati Eurostat forniscono una visione dettagliata delle abitazioni inadeguate rispetto a tre dimensioni: sovraffollamento, insalubrità e difficoltà nel mantenere una temperatura adeguata in casa
Nel 2020, il 14,8% delle famiglie europee (ovvero il 23,1% di quelle al di sotto della soglia di povertà) risiedeva in alloggi con perdite, fondamenta umide o muffa. Il 17,4% (29,2% delle famiglie al di sotto della soglia di povertà) viveva in abitazioni sovraffollate, mentre il 7,5% (18,1% delle famiglie al di sotto della soglia di povertà) aveva difficoltà a mantenere una temperatura adeguata nelle proprie abitazioni
Il panorama italiano presenta un quadro più critico della media europea rispetto a tutti gli indicatori. Nel 2020 infatti le famiglie italiane residenti in alloggi con perdite, fondamenta umide o muffa erano il 19,6%, un dato che sale al 24,5% tra le famiglie più povere. Il 28% inoltre viveva in abitazioni sovraffollate, con picchi fino al 39,2% fra le famiglie sotto la soglia di povertà. Infine, l’8,3% delle famiglie dichiara di aver difficoltà nel riscaldamento dell’abitazione, un dato che raddoppia per le famiglie più povere e pari al 17,2%
Povertà abitativa in Italia (in pillole)
I dati che seguono riflettono l’esclusione abitativa in Europa e in Italia nel corso del 2021, sulla base dell’Indagine Eurostat sul Reddito e sulle Condizioni di Vita (EU-SILC)
PERSONE IN CONDIZIONE DI DEPRIVAZIONE MATERIALE E SOCIALE
- Europa: 11,9% (-6,3% rispetto al 2020)
- Italia: 11,3% (+2,7%)
COSTI ABITATIVI IN PROPORZIONE AL REDDITO DISPONIBILE DELLE FINANZE FAMILIARI
Europa
- Famiglie a basso reddito: 37,7% (+2,2% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 18,9% (+2,2% rispetto al 2020)
Italia
- Famiglie a basso reddito: 32,6% (1,2% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 15,8% (+3,9% rispetto al 2020)
PERCENTUALE DI FAMIGLIE COLPITE DAI COSTI ABITATIVI
Europa
- Famiglie a basso reddito: 33% (+ 4,8% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 8,3% (+6,4% rispetto al 2020)
Italia:
- Famiglie a basso reddito: 28,6% (uguale al 2020)
- Popolazione totale: 7,2% (uguale al 2020)
FAMIGLIE IN ARRETRATO CON L’AFFITTO O IL MUTUO
Europa
- Famiglie povere: 8,7% (+3,6% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 3,2% (-3% rispetto al 2020)
Italia
- Famiglie povere: 6,6% (+10% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 2,5% (+8,7% rispetto al 2020)
FAMIGLIE IN ARRETRATO CON LE BOLLETTE: ACQUA, ELETTRICITÀ, GAS E RISCALDAMENTO
Europa
- Famiglie a basso reddito: 15,9% (uguale al 2020)
- Popolazione totale: 6,4% (-1,5% rispetto al 2020)
Italia
- Famiglie a basso reddito: 15,8% (+4,6% rispetto al 2020)
- Popolazione totale: 6,5% (+8,3% rispetto al 2020)
1 Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito. Svezia
2 Dati Eurostat
3 Per persone in grave esclusione abitativa (severe housing deprivation) si intende persone che vivono in abitazioni umide, con tetto gocciolante, senza doccia, senza servizi igienici al coperto, con scarsa luce naturale
4 Micro Osservatorio sulle Persone Senza Dimora – Monitoraggio fio.PSD 2017
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