Free movement rights – mobile EU citizens in destitution
A novembre 2023 si è svolta a Bruxelles una sessione formativa organizzata da FEANTSA sul tema della libera circolazione dei cittadini europei in condizioni di indigenza, a cui hanno preso parte due operatori di organizzazioni socie fio.PSD: Cooperativa sociale Progetto Tenda e Europe Consulting Cooperativa Sociale ONLUS.
Il soggiorno a Bruxelles si è aperto con una visita presso la sede del centro diurno di DoucheFLUX, organizzazione no-profit attiva nell’aiuto alle persone senza dimora e nel contrasto all’homelessness. Il centro si avvale del lavoro di esperti e volontari ed è anche la base operativa delle attività di un’unità di strada che contatta le persone senza dimora presenti in città. Il centro diurno eroga servizi che mirano alla promozione dell’autonomia e dell’emancipazione individuale. I servizi sono garantiti a tutte/i, a prescindere dalla regolarità documentale di chi ne fa richiesta, e sono: docce, lavanderia, armadietti per custodire effetti personali, assistenza sociale e assistenza sanitaria.
Durante il secondo giorno di scambio la formazione è entrata nello specifico dei temi dei diritti e della libertà di movimento delle persone in Europa. La prima realtà intervenuta è stata quella dell’European Citizen Action Service (ECAS) che ha illustrato gli obiettivi del loro lavoro: da un lato offrire consulenza attraverso un gruppo di avvocati, dall’altro offrire formazione sulla libertà di movimento ai cittadini e alle realtà del terzo settore. Per quanto riguarda le consulenze, esse si possono richiedere come liberi cittadini o come associazioni/cooperative; la natura delle domande che vengono fatte sono diverse, ma spesso riguardano l’interpretazione delle leggi nei diversi paesi. I temi più ricorrenti riguardano la previdenza sociale, la residenza e le procedure di ingresso nei diversi paesi. Il servizio nasce dall’esigenza di incrociare le leggi nazionali con le leggi europee, procedura che non sempre risulta facile e lineare. Un esempio tipico di queste controversie è rappresentato da cittadini in età pensionabile che hanno lavorato in diversi paesi europei rispetto ai quali sorgono dubbi sull’età di pensionamento, sulle modalità di recupero dei contributi, sull’entità della pensione. Le formazioni sono composte da 3 moduli: uno introduttivo, uno legato al diritto di ingresso e l’ultimo alla residenza. Nel 2024 questi cicli di formazione si terranno in Lussemburgo e Belgio.
Da segnalare anche la presentazione dello studio PRODEC portato avanti a Bruxelles grazie ai dati raccolti da Diogenes nel triennio 2018-2020 sulle persone romene (soprattutto Rom) e polacche. Le persone romene riuscivano ad avere un accesso alla residenza molto più semplice che gli permetteva di avere un piccolo ingresso economico. Di conseguenza questa situazione ha avuto un impatto positivo sulle loro condizioni di vita, dimostrando che ricevere un sussidio statale può essere la chiave per prevenire o uscire dalla condizione di senza dimora.
La formazione è proseguita con un approfondimento sugli aspetti legali relativi alla residenza e alle leggi ad essa correlate per i cittadini europei e i loro familiari, ovvero su come la residenza influenza l’accesso ai servizi e sul modello della “strategic litigation”. Per quanto riguarda il tema della residenza, a livello europeo essa è normata dall’articolo 21 TFEU che è stata poi trasposta in 28 stati dell’Unione Europea; l’accesso ai servizi è invece normato dall’articolo 18 TFEU. Per comprendere meglio entrambe le leggi sono stati approfonditi dei casi studio legati al tema della “strategic litigation”. Quest’ultima è una forma di advocacy, portata avanti dagli avvocati rispetto a dei casi studio di pubblico interesse. Attraverso lo studio dei casi e la preparazione per le udienze in tribunale, vengono infatti individuati dei casi esemplari in cui l’applicazione delle leggi europee si scontra con la realtà complesse. A titolo di esempio è stata richiamata la petizione presentata da EU Rights Clinic contro il rifiuto delle autorità fiscali svedesi di rilasciare il numero di identificazione personale ai cittadini della UE e ai loro familiari che vivono in Svezia, senza il quale non è possibile, fra le altre cose, sottoscrivere un abbonamento di telefonia mobile, ritirare posta e pacchi all’ufficio postale o acquistare medicinali in farmacia. Nel corso degli anni ciò ha interessato centinaia di cittadini dell’UE giunti in Svezia per studiare, lavorare o trovare nuove opportunità lavorative. Alla luce di questa situazione, e dopo aver ricevuto numerose denunce da parte di soggetti interessati, la EU Rights Clinic ha presentato una petizione in collaborazione con Crossroads Goteborg.
Si ringraziano Naomi Karels (Cooperativa sociale Progetto Tenda) e Mattia Rocco Esposito (Europe Consulting Cooperativa Sociale ONLUS) per la stesura dell’articolo