Gabriel – Storie di vite (6)
Il mio nome è Gabriel e ho 19 anni
Attualmente vivo a Trieste (Italia), ma sono nato in Romania e ci sono rimasto fino al 2014
Quand’ero piccolo volevo diventare un pompiere perché al tempo era il lavoro di mio zio e con lui e la sua famiglia avevo un ottimo rapporto; una volta io e mia mamma siamo stati da loro per 6 mesi. Ero solo un bambino, ma ricordo ancora i miei cugini e come giocavamo insieme
Mia mamma e io ci siamo spostati parecchio. Quando era incinta non aveva neanche una vera casa, così andava in discoteca ogni sera per passare lì la notte. Quando sono nato mia mamma ha cambiato casa ogni 6 mesi finché non ho compiuto 4 anni, poi ha incontrato un uomo che l’ha aiutata a trovare un lavoro e una casa, ma non è andata bene molto a lungo
La casa dove vivevamo è andata a fuoco due anni dopo, perché non ci potevamo permettere le bollette della luce e quindi per illuminare la casa mia mamma usava le candele, e una è caduta. Dopodiché ho passato due mesi con mia zia, poi mia mamma è dovuta andare all’estero con il suo compagno. Così sono andato dai genitori del suo compagno e quella è diventata la mia prima “casa stabile”, sono rimasto lì per 6 anni prima di andare in affidamento: in un anno ho cambiato 3 case affidatarie prima di andare in Italia con mia mamma
In Italia siamo rimasti nella nostra prima casa per due anni e mezzo e poi ci siamo dovuti trasferire in una molto più grande della prima. Mia mamma, mia sorella e io siamo stati lì per 2 anni ma poi ci siamo dovuti trasferire per via della violenza del suo compagno. Siamo andati da GOAP, che è il centro antiviolenza per le donne e i loro bambini
La prima settimana siamo stati in un hotel e poi siamo andati in una casa condivisa con un’altra famiglia. Mia mamma e mia sorella sono state lì per 11 mesi e poi sono andate in una casa condivisa con solo madri e bambini, ma io non ci sono potuto andare perché prima di tutto ero un uomo ed ero troppo grande, ero maggiorenne. Così sono restato nella casa prima per un altro mese e poi sono andato in una parrocchia per un mese
Dopo la parrocchia grazie a un progetto chiamato Housing First ho trovato una casa con altre due persone
La pandemia non ha assolutamente cambiato la situazione in cui vivo, sto ancora vivendo nella mia ultima casa. Prima della pandemia mi piaceva molto passare il tempo con gli amici ma la pandemia ha cambiato la mia visione della cosa, ora sto a casa più di prima e qualche volta mi piace anche
Di questi tempi è abbastanza difficile per me spiegare il significato di una vera “casa”. Per me una casa ha un uso pratico, essenzialmente vado a casa solo per dormire e mangiare. In questo momento per me è abbastanza avere un riparo e le mie “cose” come il mio pc, un letto e un cellulare, e basta
Non considero i posti dove ho vissuto come vere case ma più come “transizioni”, con la speranza di vivere in una casa da solo o condividendola con la persona che amo
grazie a Fondazione diocesana Caritas Trieste per aver condiviso questa storia