Anziani senza dimora in Italia
Al fine di supportare FEANTSA e AGE Platform Europe nella risposta ad un Esperto Indipendente delle Nazioni Unite sul godimento di tutti i diritti da parte delle persone anziane, la fio.PSD ha redatto una relazione sul diritto a un alloggio adeguato delle persone anziane
Questo rapporto fornisce una panoramica sulla condizione di vita degli anziani che vivono una condizione di senza dimora in Italia, nonché dati e raccomandazioni per affrontare le difficoltà abitative incontrate e alcune buone pratiche
Un fenomeno in crescita che richiede risposte mirate
I dati ufficiali mostrano che gli anziani senza dimora in Italia rappresentano un fenomeno circoscritto in termini numerici. L’ultima indagine Istat del 2014 rileva che gli over 65 senza dimora sono circa 3 mila, pari al 5,9% della popolazione senza dimora totale e prevalentemente di cittadinanza italiana, in leggero aumento rispetto al 2011 in cui la quota si attestava al 5,3%
Tuttavia un’indagine interna svolta da fio.PSD tra i propri soci (cfr. Questionario soci 2021) fa emergere che sempre più anziani si rivolgono ai servizi di accoglienza notturna e di supporto in risposta ai bisogni primari. Sono circa il 10% le organizzazioni fio.PSD che accolgono nei propri servizi un numero significativo di Persone Senza Dimora over 65 anni. Si tratta di organizzazioni con sede nel Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Liguria), principalmente imprese sociali e organizzazioni di volontariato, ma anche un’associazione di promozione sociale e un ente religioso. Per queste organizzazioni l’homelessness anziana rappresenta “la metà o più della metà” dei propri beneficiari e, inoltre, il dato è in aumento, come ci spiegano Solco di Ravenna e Associazione Cena dell’amicizia di Milano
L’aumento della popolazione anziana fra i senza dimora da una parte è dovuta al progressivo invecchiamento della stessa. Immaginiamo lo slittamento verso l’anzianità della coorte degli individui che, all’epoca della rilevazione Istat, avevano 55-64 anni (una quota rilevante pari al 18,4% della popolazione senza dimora totale) nonché al trend demografico nazionale. Dall’altro lato è legata a fattori peculiari della grave emarginazione adulta. Le condizioni di vita in strada impediscono un‘adeguata prevenzione e conducono al deterioramento delle condizioni di salute e ad un invecchiamento precoce, particolarmente evidente per quelle persone che sono senza dimora da anni. Inoltre spesso, per le persone anziane che vivono in strada, ai problemi di salute fisica legate all’età, si sommano problemi di salute mentale o patologie neurologiche invalidanti tipiche della terza età. Sebbene quindi una persona anziana possa contare su risorse stabili, seppur minime, quali le pensioni di anzianità o gli assegni sociali, queste risorse non sono sufficienti per il mantenimento di un’abitazione né per l’accesso a strutture private o socio-sanitarie come le case di riposo o le RSA
Le Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia (2015) forniscono alcune indicazioni chiave per rispondere efficacemente alle necessità dei diversi gruppi di popolazione, incluse le persone anziane. Per questi ultimi, la permanenza in dormitori può essere particolarmente inadeguata e si suggerisce la strutturazione di percorsi di inserimento verso forme abitative stabili e in vario grado assistite, quali ad esempio le comunità alloggio, le case famiglia e i gruppi appartamento. Queste soluzioni di cohousing appiano sostenibili sia sotto il profilo economico, rispetto al ricovero in strutture residenziali quali le case di riposo, che sotto il profilo socio-relazionale, laddove si prevedano forme di assistenza domiciliare e di custodia sociale erogata da operatori specializzati nel sostegno a persone con precedente esperienza di vita in strada. A fronte degli elevati costi e della scarsità di posti disponibili, le Linee di indirizzo indicano che l’inserimento in RSA dovrebbe essere riservato solo alle situazioni di maggior compromissione psicofisica. Sul fronte del supporto alla socialità si suggerisce la strutturazione di reti formali e informali per assicurare sistemi di custodia di prossimità e la configurazione di spazi all’interno dei centri diurni, centri di distribuzione e mense appositamente dedicati alla promozione degli aspetti relazionali delle persone anziane e al contrasto dell’isolamento. Sul tema della tutela della salute, che appare particolarmente delicato ed urgente, le indicazioni ministeriali raccomandano di limitare al massimo le dimissioni da strutture sanitarie ove non siano immediatamente disponibili soluzioni abitative alternative e di monitorare le condizioni di vita in strada delle persone anziane mediante le risorse di prossimità
A livello locale, esistono già alcune esperienze volte al supporto abitativo, al contrasto dell’isolamento e alla tutela della salute rivolte agli anziani senza dimora che meritano di essere valorizzate. La Cooperativa sociale Stranaidea di Torino offre assistenza notturna transitoria a persone anziane indigenti per accompagnarle poi verso l’inserimento in RSA. Recentemente, grazie ai fondi ministeriali sul contrasto alla grave marginalità adulta, in città come Savona, Bergamo, Siena, Biella, Ravenna e Roma sono stati implementati servizi di Housing First e Housing led che hanno coinvolto anche persone con un’età superiore ai 65 anni. Grazie a servizi e progetti personalizzati di assistenza, per le PSD anziane ed estremamente fragili è stato possibile ottenere la residenza anagrafica, avere un medico di base e accedere alla pensione sociale. A Firenze, infine, il progetto “La buona casa” gestito da Auser Abitare Solidale e ispirato al modello Housing First ha coinvolto 22 persone senza dimora, di cui il 40% anziani
Alla luce dei nuovi scenari delineati che mostrano il progressivo invecchiamento della popolazione homeless e il parallelo deterioramento delle condizioni di salute, riteniamo opportuno ribadire la validità delle soluzioni indicate nelle Linee di indirizzo e aprire una riflessione sugli sviluppi dell’interazione socio-sanitaria, delineando nuovi possibili ruoli e forme di interazione fra i servizi per la grave emarginazione, le RSA e i servizi di assistenza domiciliare, che tengano conto delle condizioni di particolare fragilità in cui versano gli anziani senza dimora
La Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede sul tema “Salute” una priorità che può effettivamente aprire a delle opportunità di intervento integrate tra sociale e sanitario. La Componente 1 – Linea 1.1 prevede infatti la possibilità di attivare servizi sanitari di prossimità, in collaborazione con i servizi sociali, e di seguire una presa in carico di comunità rivolta a soggetti fragili (non solo anziani) all’interno di Case della comunità. La possibilità di cogestire dimissioni ospedaliere, post acuzie, soluzioni alloggiative supportate rappresenta oggi per il settore homelessness una occasione da non perdere