Il percorso di formazione sviluppato durante la missione che ha portato Cristina Avonto in Guinea Conakry dal 24 novembre al 3 dicembre 2017, ha utilizzato una metodologia di attivazione delle persone coinvolte nel percorso. Più che partire dal trasmettere nozioni si è cercato di far emergere i concetti dalle persone, che diventano così esperti naturali della materia. Sono le persone che, accompagnate dalla formatrice, costruiscono la mappa concettuale del tema che si sta trattando. E’ solo alla fine del percorso che la formatrice condivide uno strumento da applicare nella prassi quotidiana. In questo modo lo strumento arriva ad un gruppo che si è costruito come tale perché ha lavorato in modo interattivo per molti giorni, ed è anche un gruppo di competenti effettivi e consapevoli a questo punto, con basi solide per poter far propria la metodologia di intervento
Si è quindi partiti con questa modalità già dal primo giorno
Ogni persona si è presentata, ha presentato la sua professionalità e le sue aspettative rispetto al percorso
La formatrice ha presentato il percorso in due punti:
- Disegnare il profilo della persona errante e una metodologia di intervento
- Presentazione dello strumento Stella. (I primi tre giorni sono passati affrontando il punto uno e solo al quarto giorno si è arrivati allo strumento)
Le domande a cui le persone presenti sono state chiamate a rispondere sono state:
- Chi sono gli erranti? Quale definizione le persone avrebbero dato, come si può distinguere un errante? (interessante la risposta sulle scarpe, è uno che ha le scarpe molto consumate)
- Perché ci si deve occupare degli erranti? Le risposte sono state interessanti e molto ricche, risposte di cura e di protezione sociale e famigliare
- Ci si è poi chiesti tutti insieme: quali sono le cause sociali, economiche e sanitarie che portano una persona a diventare errante? (non si nasce erranti, ma lo si diventa, tutti gli erranti hanno sperimentato la situazione di vita famigliare…) Ci si chiede se i problemi di salute mentale sono causa dell’erranza o se diventando erranti per problemi sociali. In questo modo si inizia a mettere in discussione l’assunto errante = malato mentale e si inizia a comprendere in modo più profondo e complesso il fenomeno, pur mantenendo la comprensione in una dimensione assolutamente locale: non si cerca di spiegare chi è il senza dimora in Italia, ma si arriva a descrivere il fenomeno in Guinea, anche partendo da loro esperienze dirette, individui conosciuti personalmente che sono diventati erranti. In questo modo inizia il processo di umanizzazione del malato
- A questo punto ci si è chiesti: che cosa si può fare? Solo un percorso sulla salute mentale o sono necessari diversi interventi in diversi settori, vista la multifattorialità delle problematiche che presenta una persona errante. Si inizia a rompere lo stigma dell’impossibilità della cura e della presa in carico e si amplia il concetto di presa in carico anche ad interventi di natura sociale
- A questo punto il co-conduttore dott. Sy ha condiviso una interessante definizione dei diversi tipi di persone devianti nella cultura centrafricana
- Si è quindi passati a dirci che cosa si può fare. Si è partiti da cosa si fa in Europa per poi dirsi che cosa si fa in Guinea e che cosa si potrebbe fare, non necessariamente copiando il modello europeo, anzi introducendo soluzioni che leggano con attenzione la situazione culturale specifica
- E finalmente si è introdotto lo strumento Stella, che è stato spiegato passo passo e su cui poi vengono fatte delle esercitazioni in gruppo. Sono state inrodotte le dimensioni di interpretazione della Stella, cioè i diversi livelli di consapevolezza che la persona può raggiungere nel percorso di presa in carico, l’assunto è che maggiore è la consapevolezza nella persona errante di avere un problema, maggiore sarà la sua capacità di accettare aiuto e promuovere un percorso di cura e presa in carico efficace. Condivise le azioni possibili per la presa in carico si sono iniziate delle esercitazioni in gruppo
- A questo punto, usando la Stella come strumento di lettura, si è individuato il percorso prototipico di presa in carico, con tutti gli elementi necessari per creare un percorso di successo, monitorato attraverso la Stella, che diventa così strumento sia di costruzione del percorso di presa in carico che strumenti di monitoraggio del cambiamento
- Come ultimo passaggio sono state date le consegne, con tempi, modalità di interazione con la formatrice, ed obiettivi
La dinamica vissuta in questi giorni di lavoro, molto intensi, è sembrata molto positiva. Dopo un primo giusto disorientamento di fronte ad una formazione “destrutturata” che faceva domande più che dare risposte, i partecipanti hanno accettato la sfida e si sono messi in gioco, partecipando molto attivamente alla discussione. Si è costruito un percorso insieme molto molto interessante e ricco di contenuti