La strage invisibile

434 persone senza dimora decedute in strada nel 2024

COMUNICATO STAMPA

Nel corso del 2024 sono morte 434 persone senza dimora, un numero che supera il dato già troppo elevato dell’anno precedente.

I dati del 2024, raccolti grazie anche al supporto dei Soci, evidenziano che si muore tutto l’anno, non solo durante la cosiddetta “emergenza freddo” e che i decessi riguardano persone che vivono in condizioni di particolare marginalità e isolamento, spesso lontane dal contatto con il sistema dei servizi presente nei territori. Parliamo di persone di ogni età, ma con un dato particolarmente significativo sulla presenza di giovani, che rappresentano la seconda fascia più colpita. Persone che non rimangono confinate solo all’interno delle grandi aree metropolitane, ma che abitano anche le province più piccole e le aree interne.

Per quanto riguarda la nazionalità, il 61% delle persone decedute era di origine straniera.

L’età media delle persone decedute è molto bassa, pari a 44,9 anni, dimezzando di fatto l’aspettativa di vita (81,6 anni).  I giovani tra i 17 e i 29 anni rappresentano il 18% del totale delle morti tra le persone senza dimora, pari a 76 individui. Questa fascia d’età risulta la seconda più colpita, subito dopo i 40-49enni. Si tratta perlopiù di giovani uomini (89%) e di nazionalità straniera (92%).

I numeri del 2024 evidenziano che quasi la metà dei decessi (47%) è attribuibile a eventi traumatici e accidentali, come aggressioni, incidenti e suicidi.

A livello regionale, le aree con il maggior numero di decessi sono la Lombardia (18%, pari a 78 decessi) e il Lazio (12%, pari a 50 decessi). Significativi anche i dati del Veneto (11%, 48 decessi), della Campania (10%, 44 decessi) e dell’Emilia Romagna (9%, 39 decessi).

“Anche quest’anno non si arresta la strage silenziosa delle persone senza dimora. Muoiono d’inverno e muoiono d’estate, afferma la presidente Cristina Avonto, muoiono di freddo e purtroppo muoiono di caldo. Muoiono per malattie ma purtroppo anche di aggressioni e incidenti. Muoiono di indifferenza e nell’indifferenza. La Federazione non smetterà di provare a illuminare questa zona d’ombra e di vergogna di una società che si definisce avanzata e civile.”