Najia – Storie di vite (7)
Najia arriva in Italia 30 anni fa dal Marocco con la speranza, come tanti migranti, di avere un futuro migliore
Per molto tempo lavora come donna di servizio per famiglie benestanti e anziani; poi però inizia ad avere problemi, crisi di angoscia, crolli fisici e psicologici che la portano a vivere in strada.
Najia ha come dei blocchi che le impediscono di spostarsi dal quadrato rappresentato da alcuni palazzi, negozi della “sua” zona e sviluppa una dipendenza da alcool; le comunità marocchina, cinese e del bangladesh la aiutano in questo suo sopravvivere quotidiano
Nell’Ottobre 2018 la polizia segnala all’Unità di Strada una persona che girovaga attorno alla stazione
Al primo incontro e contatto si capisce che esprime un evidente disagio mentale, che è confusa e si decide di monitorarla giorno per giorno
Nel Gennaio 2019 fa molto freddo e le viene proposto un dormitorio dove lei resiste fino a marzo quando preferisce tornare in strada nel centro città
Dal Giugno 2019 dopo diversi problemi e segnalazioni di negozi e cittadini, si sposta sotto i loggiati vicini alla stazione dove passa l’intera giornata e avvia una serie di contatti e relazioni, fino al Settembre 2020 quando si è sposta di 50 mt per stare vicino ad un kebab pakistano e una pizzeria marocchina
A Dicembre 2020 le viene fatta la proposta di inserimento in un appartamento, lei è molto stupita e intimorita; dopo 10 gg di incontri inizia ad aprirsi e raccontare la propria vita
Il primo appartamento proposto è fuori città e ci si rende conto che non è adatto poiché troppo lontano dai suoi luoghi; quindi le viene proposto un B&B nella “sua zona”, in attesa di trovare un locale in affitto
Najia mostra grandi limiti ma anche grandi potenzialità e risorse, il suo è un percorso molto difficile e lento ma nel quale ogni piccolo passo in avanti è un grande successo; passi che per chi ha una vita “normale” non sono nulla e che per lei invece sono grandi conquiste
Prima il cambio dei soli pantaloni, poi la cura delle mani, poi quella dei capelli, quindi il cambio vestiti e finalmente dopo 3 mesi che è nel B&B arriva la prima doccia! Lei è consapevole e così entusiasta della prima doccia che telefona a tutto il giro di contatti per farlo sapere, è felice
Attualmente è ancora in un B&B ma si sente ospite anche se ogni tanto utilizza la cucina, fa la spesa e sceglie il cibo
Ora riesce a passarci le notti, mentre i primi giorni andava comunque a dormire per strada per qualche ora
Ha manifestato il desiderio di avere una propria casa, pur con tutte le sue problematiche e fragilità di vita, e di fare quei passaggi importanti che comunque le portano grandi paure perché teme l’ennesimo fallimento, ma la vicinanza degli operatori e degli amici l’aiuta a compiere questi passi importanti
Najia, in questo suo percorso è supportata soprattutto dagli operatori dell’Unità di Strada, dagli operatori dei progetti Housing First e di Progetto Homeless e dall’associazione di Volontariato “amici della strada”, che da decenni affianca gli operatori nel supporto alle persone senza dimora presenti sul territorio