(ANSA) – ROMA, 1 DIC – Oltre 46 mila famiglie sono state costrette, quest’anno. a lasciare la propria casa a causa della crisi economica: il dato, allarmante, fornito oggi da una indagine dell’Adusbef non fa che completare il quadro emerso negli ultimi mesi dalle rilevazioni Istat e dagli studi Caritas i quali evidenziano come la crisi economica abbia fortemente peggiorato le condizioni di vita degli italiani. Dall’ultimo, e recente, rapporto della Caritas Italiana sulla poverta’ nel 2012, spiccano dati preoccupanti.
Negli ultimi tre anni, c’e’ stata un’impennata di italiani che si sono rivolti ai Centri Caritas e che ormai sono il 33,3%. Aumentano del +177,8% le casalinghe, gli anziani (+51,3%), del +65,6% i pensionati. Inoltre, nei primi sei mesi del 2012 sono aumentati del 44,5%, rispetto allo stesso periodo del 2011, gli aiuti per la sopravvivenza. La richiesta di sussidi economici e’ cresciuta soprattutto fra gli italiani (20,4%) piuttosto che gli stranieri (7,4%).
Poverta’ economica, lavoro e casa sono i principali bisogni per i quali si e’ chiesto aiuto alla Caritas. Lo stesso rapporto evidenzia come chi si rivolge ai centri Caritas non sia necessariamente un emarginato o un barbone: da due anni e mezzo diminuiscono in modo vistoso coloro che si dichiarano a reddito zero e vivono sulla strada. A chiedere aiuto sono piu’ le donne (53,4%) e i coniugati (49,9%). Calano i disoccupati e gli analfabeti o le persone senza fissa dimora, a conferma di una progressiva ‘normalizzazione sociale’ dell’utenza Caritas che sempre meno coincide con la grave marginalita’ sociale.
Un recentissimo rapporto Istat invece, conferma che sono 47.648 le persone senza fissa dimora in Italia e che si tratta soprattutto di maschi (86,9%), giovani (il 57,9% ha meno di 45 anni) e stranieri (59,4%). Il 61,9% delle persone senza fissa dimora ha perso il lavoro stabile, il 59,5% si e’ separato dal coniuge e/o dai figli: sono queste le cause principali della condizione di homeless. Il 24,5% dei senza dimora ha un lavoro a termine poco sicuro o saltuario; in media, chi lavora, lo fa per 13 giorni al mese e il denaro guadagnato ammonta a 347 euro mensili. Il 17,9% non ha alcuna fonte di reddito e il 53% riceve aiuti in denaro da familiari, amici o associazioni di volontariato. Il 58,5% dei senza fissa dimora vive al nord, il 22,8% al centro.
Il 27,5%, pari a 13.115, utilizza servizi di Milano, il 16,4% (7.827) di Roma, seguono Palermo, Firenze, Torino e Bologna. Oltre la meta’ e’ straniera, dice lo studio Istat, elaborato in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Caritas e Federazione italiana organismi per le persone senza fissa dimora. L’89,4% dei senza fissa dimora ha usato almeno un servizio di mensa, il 71,2% un servizio di accoglienza notturna, il 63,1% un servizio di doccia e igiene personale. Piu’ diffuso tra gli italiani il ricorso ai servizi sociali: il 53,7% contro il 30,3% degli stranieri. Complessivamente nel 2011 sono stati oltre 6 milioni i pasti erogati, pari ad una media di 16.514 al giorno, nelle 449 mense Caritas sparse su tutto territorio nazionale.