Le persone senza dimora in Italia
Nell’immaginario collettivo quando si parla di persona senza dimora è automatico pensare al barbone, al vagabondo e al clochard ma nella realtà dei fatti questa terminologia include al suo interno tipologie di situazioni e di svantaggio notevolmente vaste e diversificate
Chi sono le Persone Senza Dimora?
fio.PSD considera la persona senza dimora come un soggetto in stato di povertà materiale ed immateriale, portatore di un disagio complesso, dinamico e multiforme, che non si esaurisce alla sola sfera dei bisogni primari ma che investe l’intera sfera delle necessità e delle aspettative della persona, specie sotto il profilo relazionale, emotivo ed affettivo
Sempre nell’immaginario collettivo, per persone senza dimora si è soliti far riferimento esclusivamente alla vita in strada o alla mancanza di una casa. Tuttavia il profondo disagio in cui vivono i senza dimora non va riferito solo alla mancanza di un’abitazione o all’assenza della realtà fisica e tangibile della “casa come tetto” ma alla più profonda e più complessa mancanza di un ambiente di vita, di un luogo privilegiato di sviluppo delle relazioni affettive, di progetti, di interessi e di un luogo dove prendersi cura di sé
Trattandosi di una popolazione molto eterogenea e diversificata, non generica o stereotipata, trovare una definizione univoca non è semplice
La persone senza dimora viene così considerata come “portatrice di un bisogno indifferibile e urgente” il quale, se non adeguatamente soddisfatto, può comportare gravi rischi e compromettere la sopravvivenza della persona. Tassi di malattia più elevati, speranza di vita più bassa, maggior frequenza di vittimizzazione, maggiori tassi di incarcerazione sono solo alcuni esempi
A livello internazionale, il punto di riferimento per definire la condizione di homelessness è la classificazione ETHOS (European Typology on Homelessness and Housing Exclusion), elaborata dall’Osservatorio europeo sull’homelessness
ETHOS classifica le persone senza dimora e in grave marginalità a partire dalla loro condizione abitativa e determina l’esistenza di tre aree che vanno a costituire l’abitare
Per definire una condizione di piena abitabilità è necessario che siano soddisfatte alcune caratteristiche:
- avere uno spazio abitativo (o appartamento) adeguato sul quale una persona e la sua famiglia possano esercitare un diritto di esclusività (area fisica);
- avere la possibilità di mantenere in quello spazio relazioni soddisfacenti e riservate (area sociale);
- avere un titolo legale riconosciuto che ne permetta il pieno godimento (area giuridica).
L’assenza di queste condizioni identifica un problema abitativo importante e permette di individuare quattro categorie di grave esclusione abitativa:
- persone senza tetto
- persone prive di una casa
- persone che vivono in condizioni di insicurezza abitativa
- persone che vivono in condizioni abitative inadeguate
Ma il fenomeno Homelessness non si esaurisce nel solo disagio abitativo, già severo e complesso, ma ad esso si aggiunge un disagio sociale legato a condizioni di povertà, di esclusione e di isolamento sociale molteplici, sovrapposti e diversificati che, aggravati dalla vita in strada o da sistemazioni alloggiative inadeguate, comportano conseguenze gravi e spesso irreversibili
Quali le cause dell'Homelessness?
La condizione dei senza dimora non è riconducibile a cause univoche. Come ogni aspetto che caratterizza questo fenomeno, anche le cause che lo determinano sono multifattoriali, dinamiche e non ricollegabili ad un unico evento traumatico. Tuttavia, è possibile distinguere alcuni fattori, spesso sovrapposti tra loro, che possono trascinare l’individuo in situazioni difficili e di estrema precarietà fino alla perdita della casa
Fattori biografici
Legati ad accadimenti critici come la perdita del lavoro, perdita dell’alloggio, rottura dei rapporti familiari, un divorzio, un lutto, un incidente, una migrazione forzata, la detenzione, difficoltà finanziarie
Fattori di contesto
Legati al contesto socioeconomico come l’accesso e la qualità dell’istruzione, della salute, del lavoro, delle politiche abitative ma anche la rete sociale, l’ambiente familiare, il territorio, la comunità e tutti quei processi che possono investire l’intera società come la crisi economica, la globalizzazione, la trasformazione delle città, lo sradicamento dai territori, la precarizzazione del lavoro
Fattori psicologici, individuali e relazionali
Malattie, disturbi psichici, disabilità, abuso di sostanze, vissuti di violenza e abusi, deprivazioni, povertà estrema
In questo modo appare chiaramente come la dimensione complessa, sfaccettata, multidimensionale e processuale in cui le persone senza dimora vivono, rappresenti un problema prima di tutto sociale e dunque un problema politico
Quanti sono i Senza Dimora?
La conoscenza del mondo dei senza dimora presenta diverse problematiche trattandosi di un fenomeno mutevole nel tempo e composto di persone che vivono una condizione di estrema marginalità dal punto di vista relazionale e comunicativo. Qualsiasi tentativo di entrare in contatto con questo universo infatti richiede tempi, modalità e tecniche particolari per riuscire a fornire una conoscenza dettagliata e realistica di questa popolazione
I documenti che costituiscono ad oggi la base di riflessione e di lavoro più completa in Italia sono:
- Le due indagini Istat condotte sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, realizzate nel 2011 e nel 2014 (indagini ISTAT sulle persone senza dimora, svolte in collaborazione con fio.PSD, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Caritas Italiana). Queste indagini rappresentano i dati nazionali più recenti e riguardano le prime ricerche a livello nazionale sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, con una particolare attenzione ai processi che conducono all’homelessness e alla deprivazione abitativa. Questi dati sono stati fondamentali per comprendere più a fondo il fenomeno in Italia e a livello di social policy e di advocacy, l’indagine è diventata il riferimento per la distribuzione delle risorse pubbliche ministeriali ed europee a supporto di una nuova strategia di contrasto alla grave marginalità
- Nel dicembre 2014, le persone senza dimora sono 50.724 (erano 47.648 nel 2011). I 2/3 delle persone senza dimora dichiarano inoltre di essere iscritti all’anagrafe e di avere una Residenza in un Comune italiano. Il profilo medio delle persone senza dimora è rappresentato per la maggior parte da uomini (85,7%), 4 su 10 sono italiani, 4 su 10 vivono in strada da più di 4 anni, più della metà sono cittadini migranti da altri paesi (Marocco, Tunisia, Albania, Romania), hanno un’età media di circa 44 anni e vivono prevalentemente nelle regioni del Nord Italia (56%)
- Le donne rappresentano il 14% delle persone senza dimora 6.239), ma seguono dei percorsi di vita particolari e più caratterizzati dalle rotture delle relazioni familiari come causa principale di homelessness (Leggi l’approfondimento sulle Donne Senza Dimora)
- “Senza dimora” non è sinonimo di “assistenzialismo”. Solo il 3% dichiara di ricevere sussidi dal Comune o da altri Enti pubblici
- Il 62% ha invece un reddito mensile proveniente da attività lavorativa (anche informale e saltuaria) con un guadagno medio mensile tra le 100 e le 499 euro, mentre il 30 % vive di espedienti e collette. Il 17% non ha alcuna fonte di reddito
- Solo il 14% delle persone non è stato in grado di rispondere all’intervista, a causa di problemi legati a disabilità fisiche o mentali, dipendenze da sostanze o da alcol, o per la ridotta conoscenza della lingua italiana. Questo “ritratto” invece è quello che più spesso troviamo nelle immagini di repertorio dei media o che risponde al sentire comune. La popolazione dei senza dimora presenta invece molte sfumature. Le cause e i fattori di vulnerabilità si assomigliano (perdita del lavoro, della salute, della famiglia sono gli eventi di rottura prevalenti ci dice l’Istat)
- Con riferimento al Report Statistico nazionale sulle povertà in Italia, 27.877 persone senza dimora sono state incontrate nel 2022 nei 2.855 Centri di ascolto in cui è avvenuta la rilevazione. Le persone senza dimora sono il 16,9% del totale delle persone “ascoltate”, per lo più di genere maschile (70,6%), stranieri (68,5%) e celibi (45,3%). Inoltre, il 47,8% sostiene di essere completamente privo di un’abitazione, il 21,8% si affida a soluzioni di fortuna e il 20% è ospite in centri di accoglienza. Il Rapporto include per la prima volta anche un’analisi statistica multivariata che ha identificato cinque profili di beneficiari, alcuni dei quali includono diverse situazioni di grave esclusione sociale e abitativa: i vulnerabili soli, le famiglie povere, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli
- Una grande novità, riguardo alla rilevazione delle persone senza dimora in Italia, è rappresentata dal “Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni 2021” dell’Istat. In particolare, per la prima volta, sono state identificate con maggior dettaglio le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche e le cosiddette “popolazioni speciali” costituite da persone senza tetto, senza dimora e persone che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti tollerati o spontanei. “Un aggregato di poco più di 500 mila persone” afferma l’Istat. Nello specifico, le persone iscritte in anagrafe come senza tetto e senza fissa dimora sono 96.197
- Ulteriori approfondimenti e ricerche provengono periodicamente dalle panoramiche sull’esclusione abitativa in Europa di FEANSTA e Fondazione Abbè Pierre (Housing Exclusion in Europe) che stimano circa 700.000 persone senza dimora nell’Unione Europea con un aumento del 70% negli ultimi dieci anni
Attraverso tutti queste indagini è possibile rilevare quantitativamente la consistenza e la crescente attualità del fenomeno in accordo con le profonde trasformazioni e novità che hanno attraversato l’universo dei senza dimora negli ultimi anni
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