Nota fio.PSD su “La regolazione e la qualità dei servizi alla Homelessness in Europa” 

Di Caterina Cortese

 

Lo studio comparativo pubblicato da Feantsa in un numero monografico intitolato “ The Regulation and Quality of Homelessness Services – Comparative Report for 2019” (N.19) presenta i risultati di una indagine con questionario che ha coinvolto ben 16 paesi europei (Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Regno Unito). 

L’obiettivo dello studio era comprendere quali standard vengono usati nei servizi per senza dimora, qual è la definizione di “qualità” utilizzata in diversi ambiti di intervento (emergenza notturna e dormitori, alloggi temporanei, unità di strada, Housing first e Housing led) e se esistono metodologie diffuse per la misurazione della soddisfazione dei beneficiari rispetto ai servizi ricevuti. 

I risultati indicano che  in quasi tutti i paesi non ci sono legislazioni specifiche per il settore homelessness (Germania, Irlanda…), la maggior parte utilizza regole e indicazioni previste dai servizi sociali alla persona (Ungheria, Paesi bassi, Portogallo, Francia, Polonia …) e molti paesi (come Austria, Italia e Regno Unito) hanno una regolamentazione – in senso ampio – ma presentano forti differenze al loro interno tra i vari contesti regionali. Anche rispetto al monitoraggio e alla valutazione della qualità percepita, non ci sono pratiche molto diffuse. Per progetti innovativi come Housing First ci sono solo studi occasionali (l’Italia rientra tra questi insieme a .  Emerge che in assenza di finanziamenti e commesse pubbliche, molti privati gestiscono servizi per persone senza dimora senza che questi siano controllati o che debbano rispettare regole e standard stringenti.

Individuare regole certe e universali a livello europeo rimane oggi una sfida aperta.

 

Focus sull’Italia

Da una serie di interviste fatte ad esperti del settore (gestori di servizi rivolti alla Homelessness e ex funzionari pubblici) delle città di Verona, Milano, Padova, Bologna, Napoli e Torino siamo riusciti a fotografare la situazione italiana e offrire il nostro contributo al Rapporto. Emerge come in Italia non vi sia una regolamentazione sulla qualità dei servizi (standards) a livello nazipnale. Come per tutti i servizi alla persona, sono previsti i livelli essenziali delle prestazioni (per la homelessness è il pronto intervento sociale) e come per il settore sociale la competenza esclusiva è delle Regioni. In assenza di regolamenti regionali, le autorità locali possono stabilire “da bando” criteri, requisiti e standards che il servizio deve avere, prevedendo ovviamente anche un sistema di controllo e monitoraggio in itinere. Le Linee di indirizzo ministeriali del 2015 hanno certamente dato una cornice utile che sta producendo effetti importanti nei territori anche in assenza di obblighi e disposizioni normative specifiche. Rimane una grande varietà territoriale e una differenza tra la gestione pubblica (e la co-gestione) dalla gestione meramente privata.

Emerge inoltre come le attività di regolamentazione, misurazione della qualità e della soddisfazione siano promosse dai singoli enti con strumenti “fatti in casa” e/o con metodologie pilota. Città come Napoli, Milano e Torino riescono a mantenere buoni livelli di accoglienza nelle servizi notturni ordinari mentre le cose cambiano con le emergenze freddo o caldo che a volte non riescono a rispettare quei criteri minimi di qualità.  Il Samaritano di Verona ha adottato un questionario sulla qualità dei servizi di accoglienza notturna raccogliendo “osservazioni libere” degli ospiti su camere, pulizie, cucina, orari e regole, attività etc…  La città di Bologna ha investito invece in un processo di valutazione dei servizi cittadini facendosi affiancare da uno specialista raccogliendo i punti di vista dei gestori del pubblico e del privato sociale,  dei beneficiari e del settore sanitario sulla “qualità dei servizi” facendo emergere una complessiva soddisfazione ma anche molte criticità. Studi come quelli di Padova invece basati su un questionario anonimo somministrato ai beneficiari ha fatto emergere bisogni e desideri inespressi dagli ospiti inseriti in Gruppi appartamento. Antoniano Onlus – Bologna ha costruito un set di indicatori di risultato per le attività del centro di ascolto e del progetto Housing led. 

Questi citati rappresentano solo alcuni degli esempi che siamo riusciti a raccogliere. Un approfondimento sulla qualità dei servizi rivolti alla grave marginalità rappresenta un tema sentito per la Federazione che ha in programma nel proprio Piano di lavoro 2020 di portare avanti un’azione mirata che coinvolgerà i soci interessati.