Che ne sarà dei senza dimora con il coprifuoco?
L’appello di Cristina Avonto, presidente della Fiopsd: “Non potrà essere rispettato da chi non ha una casa. Bisogna trovare soluzioni veloci”. Lettera ai presidenti di regione con una richiesta di confronto sull’accoglienza verso chi vive in strada
MILANO – Come è stato per il lockdown, anche per il coprifuoco c’è chi a casa non potrà starci, per il semplice motivo che una casa non ce l’ha. Con due regioni, Lombardia e Campania, che si apprestano a istituire il coprifuoco dalle 23 alle 5, cresce la preoccupazione delle associazioni che si occupano di senza dimora.
“Invitiamo i Presidenti di Regione e le autorità competenti a tenere in considerazione che il coprifuoco e ogni altre limitazione analoga, non potrà essere rispettato da chi non ha una casa o un luogo dove dormire -afferma Cristina Avonto. presidente della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora (Fio.PSD) -. È necessario trovare soluzioni veloci e sicure per le persone senza dimora. Ribadiamo a distanza di sei mesi quanto detto negli appelli fatti durante il lockdown: è urgente cambiare le politiche di accoglienza e di supporto alle persone che vivono in strada e in condizione di grave emarginazione”.
Durante le settimane di lockdown sono almeno una ventina le multe che le forze dell’ordine hanno inflitto a senza dimora in diverse città italiane. La speranza è che, nella stesura del testo delle ordinanze regionali che istituiranno il coprifuoco, non si lasci solo al buon senso delle forze dell’ordine la valutazione delle situazioni.
Il problema comunque è più ampio, non c’è solo la questione del rispetto di eventuali divieti. La pandemia durerà ancora per mesi e l’accoglienza verso chi vive in strada va affrontata con una visione più ampia. “Nei giorni scorsi abbiamo inviato ai presidenti di Regione una lettera – ricorda Cristina Avonto -, con le quale ci mettiamo a disposizione e invitiamo ad un confronto; questa non è più una emergenza come non lo sarà il freddo che arriverà a breve”.