Roma 30 maggio 2017

Partecipanti:

Alessandro Radicchi (Europe Consulting Onlus – Roma), Andrea Di Renzo (Gruppo Abele – Torino), Annalia Savini (Ronda Carità Solidarietà – Milano), Claudio Viganò (Spazio Aperto Servizi – Milano), Donatella Pompei (Opera Don Calabria – Roma), Egle Falletto (Cooperativa Maria Cecilia – Biella), Girolamo Grammatico (fio.PSD), Marco Martinelli (Associazione Incroci – Como), MarcoTondini (Caritas – Piacenza), Paola Zappa (Associazione Incroci – Como), Patrizia Veronese (Cooperativa Self Help – Verona), Stefano Galliani (Progetto Arca – Milano)

 

 

Il dibattito è stato molto ampio e in parte frammentato in quanto il tema “sistemi di accoglienza” è di per sé vasto.

Gli appunti che seguono riportano solo alcuni interventi e non hanno alcuna pretesa di essere esaustivi e possono essere integrati dai partecipanti.

Definizione del target di utenzaa cui ci rivolgiamo: “Il concetto di persona senza dimora è molto ampio, per la sua definizione si rinvia ad Ethos. Rispetto al tema dell’accoglienza delle persone richiedenti asilo si conviene che anche chi è ospite dei CAS rientri nel target di riferimento. Ugualmente chi, pur avendo presentato richiesta di asilo politico, ha perso il diritto all’accoglienza o altre situazioni ad esse assimilabili. Conveniamo di escludere solo chi è ospite del sistema SPRAR”; in particolare è stato chiesto di porre un focus e di sviluppare, non necessariamente all’interno del gruppo “sistemi di accoglienza”, il tema della tratta delle donnein quanto investe soggetti particolarmente fragili e vulnerabili che non conoscono la lingua italiana nonché le tutele di cui potrebbero godere e spesso gli unici riferimenti che hanno sul territorio nazionale sono persone/connazionali alle quali sono state “affidate” e che spesso le avviano allo sfruttamento.

Tale fenomeno è in aumento a seguito della forte immigrazione e gli interventi a tutela delle donne migranti spesso sono inefficaci.

È stato sottolineato che il lavoro avviato a livello nazionale potrebbe evidenziare la necessità e l’opportunità di definire maggiormente il ruolo e le funzioni dei CCT differenziandoli da quelle dei gruppi nazionali all’interno di una logica di integrazione.

I gruppi nazionali non devono sostituire i CCT semmai fornire argomenti da inserire negli o.d.g. dei CCT affinché possano essere discussi e socializzati a livello locale.

Sono state evidenziate le diversità sia in termini di caratteristiche del fenomeno che di risposta ai bisogni tra le città metropolitane e i centri minori e che il fenomeno delle PSD non va ristretto alle sole aree metropolitane. È stata sottolineata l’importanza di significare e valorizzare gli interventi, le sperimentazioni e le “buone prassi” dei “piccoli centri” favorendo il dialogo ed il confronto tra contesti con caratteristiche simili per scambiarsi esperienze, approcci, “letture” e modalità di lavoro.

Per poter descrivere la situazione delle PSD che insistono su un territorio e dar loro visibilità è necessario operare in modo sistematico attraverso l’utilizzo di strumenti quali: la raccolta dati, la mappatura dei servizi, il censimento delle PSD, ecc.

Tale approccio qualifica e migliora l’efficacia degli interventi.

Un’ulteriore apporto ha riguardato i servizi per le PSD in questo preciso periodo storico.

  • Come vengono percepiti da chi ne usufruisce, da chi vi lavora, dagli enti gestori, dai committenti e dalla società?
  • I servizi intesi come collettori di sfighecon funzioni di contenimento sociale e diminuzione della visibilità oppure servizi come attivatori di risorse aperti al territorio e dediti all’inclusione?
  • Quali sono i modelli culturali, antropologici che consentono ai nostri servizi di “leggere” la condizione delle PSD e di coglierne i bisogni ed articolare gli interventi? Quanto tali modelli sono condivisi e comuni?

A conclusione del gruppo, di fronte all’eterogeneità degli interventi, abbiamo individuato nell’ultimo quesito la “pietra angolare” del dibattito, la “base comune” da cui sviluppare il lavoro futuro del gruppo.

I soci Claudio Viganò e Girolamo Grammatico hanno dato la loro disponibilità a contestualizzare e condividere con il gruppo quanto elaborato presso i loro servizi in merito all’approccio antropologico adottato.

Prossimo incontro: 25 settembre 2017 a Milano presso Fondazione Casa della Carità