Tina – Storie di vite (9)

Tina ci viene presentata dai Servizi Sociali, (all’epoca vive in camper), ed in seguito alla segnalazione, entra in un alloggio Housing First-Avviso 4, nel novembre 2019

Iniziamo a conoscerci, a cercare di capire cosa possiamo fare , insieme, per migliorare la sua situazione. Ricordo di aver parlato di sogni, chiedendole quali avesse per sé e per la sua vita, e ricordo anche la sua reazione di sorpresa e grande riflessione sull’argomento

Ragioniamo sulla possibilità di un reinserimento nel mondo del lavoro, da cui è lontana da diverso tempo. Inizia una borsa lavoro presso una cooperativa che si occupa di pulizie, e questa esperienza restituisce a Tina una immagine di sé molto bella, non solo dal punto di vista della prestazione lavorativa, ma soprattutto rispetto alla presenza, alla relazione, all’affidabilità… l’attivazione si trasforma in lavoro, e il cammino prosegue con l’obiettivo chiaro e, lo crediamo ormai reale, di una autonomia

Tina racconta di sé:

Sono nata in un Paese dove la povertà era uno stile di vita. Dopo una infanzia dopotutto serena, dai 20 ai 40 anni ho vissuto una fase di lavoretti e sussistenza, Fino ad un nuovo inizio..

Un lavoro vero, grazie ad un operatore della Caritas, ed oggi sono una donna con progetti per il futuro. Il racconto della mia storia vuole essere un messaggio di positività per tutti coloro che, come è successo a me, vivono in uno stato di povertà economico/sociale, un messaggio che dice che, nonostante le difficoltà di ogni giorno, se si ha la volontà interiore si può credere nel futuro

Perché ogni essere umano durante il proprio percorso di vita, vive momenti in salita e momenti in discesa. Tutti ci sentiamo “Tina”, ognuno di noi è una storia da raccontare, perché la vita stessa è come un libro da leggere, da vivere. Per un periodo ho anche frequentato la Mensa, dove riceve gratuitamente un pasto chi non ha i mezzi per procurarselo da solo. Questa esperienza mi ha lasciato un pensiero positivo: non dobbiamo vergognarci della nostra condizione sociale, si tratta di esperienze in più da mettere nel nostro Libro della Vita

La mia testimonianza vuole appunto dichiarare che qualsiasi vita si viva o si scelga di vivere, il finale lo decidiamo noi. Purtroppo, in alcuni paesi ancora non è così, (la Libertà di scelta non è un Diritto).. Io ho un motto di vita, che mi accompagna sempre, e che dice ”se non sperimenti sia la gioia sia il dolore, allora non hai vissuto davvero”, perché solo sperimentando ambedue i risvolti della Vita si può credere nella vita stessa. Non c’è Vita se si è soltanto gioiosi o soltanto tristi. Bisogna sperimentare tutte e due le facce per comprendere l’importanza di essere nati. Aver vissuto è un Miracolo. Quando siamo tristi, bisogna pensare sempre che in ogni parte del globo terrestre ci sono fratelli e sorelle che non hanno niente da raccontare, non perché non vogliano, ma semplicemente perché non hanno la fortuna di poter condividere le loro storie di vita

Io semplicemente, come tanti, credo nel diritto di Vivere, vorrei che ogni essere vivente potesse decidere di vivere la propria esistenza in base alle sue attitudini, sogni, limiti

Regalare un sorriso a chi lo ha perso credo che sia il regalo più bello che tutti noi possiamo farci. Perché sorridere al nostro prossimo è un Dono che troppo spesso dimentichiamo id avere. In un mondo costruito su basi economiche, ancora troppe volte ci dimentichiamo che siamo Speciali. Il fatto che siamo venuti al mondo significa che ce l’abbiamo fatta. Nascere è un trauma, vivere dovrebbe essere una passeggiata, non una lotta

 

Grazie a Tina e alla Fondazione Diocesana Comunità Servizi di Savona per il racconto di questa storia